Preguntando caminamos. La marcia dei diritti dei popoli indigeni in America Latina

Tesi di laurea di Luca Moneta
Corso di laurea in Politica e istituzioni comparate
Facoltà di Scienze politiche
Università degli studi di Milano
Relatore: prof. Alberto Martinellii
Anno accdemico: 2007-2008

Preguntando caminamos non rappresenta soltanto lo sforzo di indagare e concettualizzare la lotta dei popoli indigeni per il riconoscimento dei propri diritti nel variegato contesto latinoamericano. In esso trova spazio la personale curiosità di chi scrive nei confronti di quelle realtà isolate o autoescluse dalla scena internazionale che tuttavia parlano di ciò che eravamo e siamo oggi.
Quest’indagine prende lo spunto dall’approvazione della Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni da parte dell’Assemblea generale dell’Onu (2007) e ne analizza l’applicazione in alcuni Stati considerati paradigmatici all'interno della geografia politica dell'America Latina. La preferenza per questa area del globo, più intricata e meno nitida di altre, deriva dal particolare periodo storico in cui è avvenuta la sua “conquista” e la successiva fase coloniale. Un periodo storico in cui, ai concetti di libertà individuale, Stato nazionale e, in generale, di politica e società civile vengono assegnati una definizione e un significato universali.
L’analisi storica permette di seguire lo sviluppo del pensiero comune e dell'azione statale nei riguardi dell'indigeno, inteso come individuo distinto e non dominante, diverso e, per certi versi, antitetico rispetto alla realtà europea, e di spaziare su alcuni dei temi fondanti del pensiero occidentale, quale, ad esempio, il concetto di proprietà, affrontandoli in un'ottica differente.
Il primo capitolo di questo lavoro tratteggia il profilo dell'indigeno per come è andato progressivamente definendosi dall’approdo delle tre caravelle fino all'inizio del secolo scorso, dai primi approcci dei religiosi inviati sul posto alle considerazioni degli intellettuali europei. Strettamente connesso a questa caratterizzazione – e determinante, nell'inquadramento di quanto è stato individuato come "altro" – è il ruolo della proprietà e la corrispondente prossimità o distanza dal mondo economico dell'accumulazione e dell'investimento.
Il legame primordiale con la terra e la capacità di occupare e regolare il territorio, diventano i cardini delle relazioni tra i due mondi: da essi, difatti, dipende larga parte della visione dell'indigeno fino ai giorni nostri. Nella peculiare cornice dell'America Latina, bolivariana prima e indigenista poi, la figura stessa dell'indigeno non trova riconoscimento formale nelle nuove costituzioni, che tendono a neutralizzare qualunque differenza in nome di una cittadinanza universale.
La seconda parte muove all'interno dell'orizzonte politico e culturale del Novecento e, a partire da questo, introduce un aspetto di novità rispetto alle categorie di individuo e di proprietà. Vi si aggiunge, infatti, il lavoro. In quest’ambito appare decisivo, ai fini della regolamentazione della manodopera indigena e del riconoscimento dei diritti, in particolare collettivi, il contributo dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo). Un contributo che consente di superare il vuoto normativo presente a livello internazionale e che, nello specifico contesto latinoamericano, porta all’assimilazione della figura dell’indigeno a quella del campesino. La svolta in questa direzione giunge a minacciare l'estinzione biologica ancor prima che culturale degli indigeni.
Nella terza parte viene introdotta una possibile chiave di lettura per la comprensione della genesi e del testo della Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni. A partire dalla definizione operativa di indigeno elaborata da José Martínez Cobo per conto delle Nazioni Unite nel 1983 vengono individuate quattro aree concettuali, connesse alla cosmovisione indigena, ossia: lo speciale rapporto con la terra e le risorse; la cultura della differenza e dell’autonomia; l'esclusione sociale e la sfida al concetto di cittadinanza; il progresso sostenibile e la sua coniugazione nello spirito indigeno. Queste quattro aree offrono delle chiavi interpretative del sistema culturale indigeno e permettono di cogliere i risultati raggiunti dalla Dichiarazione del 2007, nonché di osservarne l’implementazione in alcune realtà latinoamericane.
Il criterio adottato nella selezione dei Paesi ha seguito la geografia dell'esclusione sociale e del rispettivo rapporto con il potere. In Bolivia e in Ecuador, l'ingresso sulla scena politica dei movimenti indigeni e la loro decisa affermazione elettorale; in Messico, il disinteresse per il potere e la ricerca di strumenti di autogoverno realizzato attraverso la rete dei municipi ribelli; in Perù, la disintegrazione della matrice etnica e la scomparsa di una piattaforma indigena.
Partendo dalla descrizione di queste realtà specifiche, la parte conclusiva prende in esame il grado di tutela degli indigeni, azzardando qualche considerazione sulla capacità di far valere i diritti collettivi appena riconosciuti in ciascuno dei Paesi considerati. Preguntando caminamos, camminiamo domandando, indaga l'unità nella differenza attraverso istanze come quelle incarnate dai popoli indigeni, che interrogano continuamente gli attori politici e l’opinione pubblica, perché la marcia millenaria dei popoli indigeni, nonostante tutto, continua

Note biografiche sull’autore
Luca Moneta si occupa di analisi dei settori industriali e materie prime e si interessa di Paesi emergenti, beni comuni e popoli indigeni. Cammina, come tutti, domandando.

Per contattare l’autore:
lucamoneta [at] gmail.com

Luca Moneta

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