Tesi di laurea di Giovanna Amico
Corso di laurea in Educazione Professionale
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università: Università degli Studi di Trieste
Relatore: Prof. Serenella Miraglia
Anno accademico: 2007 - 2008
In Perù l’insufficienza di mezzi, non solo economico-strutturali, ma anche culturali a disposizione dei più poveri, unita a condizioni igienico-sanitarie alquanto precarie hanno ostacolato, e ancor oggi ostacolano, il raggiungimento concreto di quel concetto di salute da molti anni proposto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che intende la salute come quello stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia.
Le aree rurali e urbano-marginali sono le più esposte alle problematiche sociali ed alle deficienze sanitarie ed igieniche ed in questo contesto le donne e i bambini rappresentano il gruppo più vulnerabile.
A partire da queste considerazioni, e forte dell’esperienza di tirocinio da me svolta nella città di Chiclayo, capoluogo della regione peruviana di Lambayeque, ho deciso di dedicare il mio lavoro di tesi a questi temi.
Come testimoniano i lavori svolti dalle Aldeas infantiles Sos, dalla Universidad Catolica Santo Toribio de Mogrovejo (Usat) e dalla Caritas, gli interventi all’interno delle comunità campesine e urbano-marginali offrono alla popolazione più indigente delle possibilità concrete per il miglioramento della qualità di vita.
Nel corso dei mesi trascorsi in Perù, ho avuto modo di collaborare al lavoro sul territorio portato avanti da queste organizzazioni, trascrivendo le mie esperienze su un diario, strumento di lavoro, di ricostruzione temporale, che ho usato come un tempo e un luogo di riflessione e di rielaborazione dei miei vissuti umani e professionali. Ad esso vi ho aggiunto un’attenta ricerca sui temi dell’attuale condizione sociale, politica, economica e sanitaria del Perù e della sua popolazione, ponendo particolare attenzione al nucleo mamma-bambino, agli ostacoli che le comunità debbono affrontare e alle proposte d’intervento educativo intraprese, o possibili, nelle aree a più alto rischio sociale e sanitario.
La popolazione rurale in condizione di povertà è spinta a migrare verso i centri urbani in cerca di fortuna, ma spesso ad aspettarla vi è solo altra miseria. È così, attraverso la maggior concentrazione della popolazione nei centri urbani, che prende vita il fenomeno degli asentamientos humanos o pueblos jovenes. Essi si caratterizzano per la densa proliferazione di abitazioni localizzate in ambienti degradati, dove i problemi sociali sono all’ordine del giorno.
Lo stato di povertà limita le possibilità delle persone, ad esso spesso si associa un basso livello d’istruzione, la capacità di esercitare i propri diritti, primi tra tutti quelli all’identità, allo studio ed alla salute.
Secondo una prospettiva di genere, le donne appartenenti alle categorie più povere sono spesso oggetto di discriminazione e vittime di violenza. Le gravidanze precoci tra le adolescenti sono in costante aumento e intensificano il fattore di marginalizzazione sociale. Le donne non sono ancora completamente integrate nelle attività economiche né libere di esercitare a pieno i propri diritti; si vedono spesso escluse dal mercato del lavoro e talvolta anche dall’acceso ai servizi.
La deficienza di acqua potabile, la mancanza di sistemi fognari e l’inefficiente raccolta dei rifiuti incidono sulla condizione di salute della popolazione. Le strutture sanitarie sono spesso troppo distanti per chi vive ai “margini” e spesso, tra questi, solo pochi si vedono tutelati da un’assicurazione sanitaria che permetta loro di godere del diritto alla salute.
Il 30% della popolazione peruviana è composta da bambini ed adolescenti (da 0 a 15 anni), essi sono i più esposti alle problematiche di tipo sociale e sanitario, spesso si tratta di minori in stato d’abbandono morale e materiale, che rischiano di non essere seguiti e stimolati adeguatamente, esposti ai rischi della strada tra cui la delinquenza, lo sfruttamento e la violenza.
Le condizioni igienico-sanitarie influenzano lo stato di salute della popolazione e in particolare quella materno-infantile ne sono da esempio le malattie infettive intestinali che, associate al problema della denutrizione, possono portare a complicanze come l'anemia e nei peggiori dei casi anche alla morte.
Seppure i servizi a disposizione non riescano ancora a raggiungere tutta la popolazione, l’obiettivo comune è quello di diminuire il divario tra poveri e ricchi non solo in termini di ricchezza economica, ma anche e soprattutto in termini di ricchezza personale, attraverso la valorizzazione del lavoro e delle capacità dei singoli individui all’interno della comunità.
In questi progetti, la comunità è protagonista e fautrice del proprio cambiamento, impiega le proprie energie e risorse nel lavoro di gruppo con l’obiettivo di migliorarne l’organizzazione e agevolarne lo sviluppo.
In questo ambito anche la figura dell’educatore può trovare fertile terreno in cui operare.
Nelle aree urbano-marginali una relazione fondata sulla fiducia ed il rispetto è difficile da instaurare, richiede un lungo lavoro poiché ci si deve scontrare con il carattere illegale, informale e delinquenziale proprio dei pueblos jovenes. Attraverso questa, però, è possibile lavorare perseguendo alcuni obiettivi, scelti dopo aver indagato criticamente, insieme alla comunità, le necessità della popolazione.
Nonostante i numerosi interventi e progetti in favore delle comunità delle aree rurali e urbano-marginali, molte problematiche continuano a restare alquanto scottanti. Una di queste è la ridotta copertura o totale assenza di servizi rivolti a persone con disabilità fisiche e/o mentali.
Lo stigma rispetto alle disabilità fisiche e mentali è purtroppo molto forte, come forte è anche la discriminazione verso i più svantaggiati.
Il sistema sanitario peruviano ha immaginato numerosi progetti rispetto a tali problematiche; mancano però i fondi e poco sviluppata è anche la cultura del benessere su questi temi.
I tabù rispetto a temi come la malattia mentale, le gravidanze adolescenziali, la violenza, lo sfruttamento dei minori, il mancato accesso alle scuole superiori da parte delle adolescenti, l’aborto, la discriminazione, la bassa adesione ad un’assicurazione medica e ai controlli di routine, l’analfabetismo, l’assenza di documenti e molti altri ancora fanno credere che questi problemi non ci siano.
La tesi descrive le modalità d'intervento apprese sul territorio e ad esse vengono affiancate le personali proposte in tema di sensibilizzazione, collaborazione e progettazione all'interno delle comunità.
Note biografiche sull’autrice
Giovanna Amico si è laureata nel novembre 2008 in Educazione professionale all’Università degli studi di Trieste. Studente lavoratrice, attualmente è impegnata nell’educazione e assistenza ai minori e alle loro famiglie. Dal 2003 si appassiona a tutto ciò che riguarda il Perù: storia, mito, natura, musica, etc.
Per contattare l’autrice: jojojoyster [at] gmail.com